Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

11/22/2012

La mia prima seconda volta

Te lo dicono da subito. Da quando sei incinta per la prima volta, e non hai ancora la più pallida idea di quello a cui stai andando incontro, che la seconda sarà diversa. Ed è vero eh.
Solo che come sempre, quando le cose te le dicono e basta si parcheggiano in un’area del cervello remota e polverosa in cui non ami transitare. Poi le cose succedono, e la musica cambia. Vieni travolta e stupita dalle novità, dalle differenze, dalle scoperte, e ancora, di nuovo, come se niente fosse, dai dubbi, dalle incertezze, dalle paranoie.
Che se come per me, la tua prima gravidanza è stata uno slalom tra i punti interrogativi nonostante sia stata una gravidanza da manuale, fidati: con la seconda sarà lo stesso.
Forse perché stavolta ho avuto delle perdite, all’ottava settimana circa, che mi hanno spaventata e riempita di dubbi e incertezze. Che mi hanno fatto toccare con mano la paura, l’ansia, il non sapere cosa fare.
Adesso sono alla quindicesima settimana. Ed esattamente come con la Gnoma, mi struggo nell’attesa di sentirla muovere. Di avere qualche riscontro, qualche certezza a cui aggrapparmi. Come con la Gnoma, questa fase che dovrebbe essere la più serena e la più semplice, è quella che a me piace meno. Perché questa pancia abitata e silenziosa è un mistero che prescinde da me, dai miei pensieri, dalla mia volontà. Perché preferisco essere presa a calci e pugni interni, e sapere che lei è lì che si muove, nuota, fa le sue cosine. Perché tutti mi chiedono come va, e se cresce, e se qui e se lì, e io, semplicemente, non lo so, non ne ho idea.
Perché oggi mi sento un po’ acciaccata, con influenza in arrivo e dolorini sparsi poco promettenti, e allora vorrei dire all’abitante della zona ombelicale di stare serena, godersi il suo spazio, esplorarlo senza remore, che a me i suoi movimenti piaceranno sempre e comunque anche quando mi terranno sveglia di notte. Vorrei dirle che io, noi, la aspettiamo a cuore e braccia aperte, anche se sembriamo sempre presi da mille altre cose. Vorrei farle sapere che avrà una sorella meravigliosa, che probabilmente le tirerà delle sonore sberle ma che la farà divertire e crescere come nessuno mai. Vorrei spiegarle che quelle mani che sente ogni tanto passare sul suo tetto si chiamano coccole, amore, impazienza. Si chiamano ti aspettiamo, tieni duro, si chiamano amore che si moltiplica per mille invece che per due, e vogliono solo dirti che qui ci si sta lentamente, inesorabilmente, appassionatamente preparando a te, che ancora non hai un nome, ma che abiti già in molti cuori.



3 commenti:

  1. sono emozioni infinite... io, che sto concludendo l'ottavo mese della mia prima gravidanza e non ho ancora raggiunto la fase X, rivivrei già da adesso tutto dall'inizio... forse però mi impegnerei ad essere meno ansiosa ma ammetto che gli ormoni impazziti è difficile giostrarli...

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  2. Bellissimo, commovente :-) .. amore allo stato puro. Grazie per volerlo condividere.

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  3. mi rivedo nelle tue parole :) non vedo l'ora di essere di nuovo abitata sara' diversa la seconda gravidanza ? chissa' :) un abbraccio

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