Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

2/27/2013

Divagazione post elettorale


Non è facile tornare a scrivere dopo queste elezioni.
Che uno vorrebbe essere allegro, fiducioso, speranzoso. Guardare avanti e sorridere, guardare la Gnoma e la Panza e sorridere, guardarsi intorno e sorridere. E invece sono preoccupata, e parecchio. Preoccupata da bugie, da interessi economici, da menefreghismo culturale, da incompetenza e ignoranza. Preoccupata da una scuola che naviga a vista in uno slalom tra iceberg enormi di mancanza di fondi e strutture fatiscenti, da una sanità a singhiozzo in cui si tutela troppo o troppo poco. Preoccupata da uno scenario vecchio e rancoroso che non conosce il Paese, le famiglie, i lavoratori, ancora meno i disoccupati e gli studenti. Un Paese maschile e maschilista, in cui il sistema sta per esplodere. Una Costituzione lungimirante e democratica, sbriciolata in mille cavilli, leggiucchie, posticipi, vaghezze.
Ora cosa succederà? Non lo so. Ma vorrei almeno una volta nella vita sentirmi orgogliosa dell’Italia come si devono essere sentiti orgogliosi nel 2008 gli americani vedendo Obama vincere. E no, Grillo non mi basta. Non riesco ad arrivare alle idee, quando sono coperte da urla, vaffa  e critiche fino allo sfinimento.
Avrei voglia di una politica parlata, di gente con dei valori, giovane, che non abbia bisogno di screditare gli altri per dar valore a sé stessa. Avrei bisogno di concretezza ma anche un po’ di sogno. Di qualcuno a cui aspirare, perché intelligente, civile, responsabile, attento, risolutore. Di qualcuno che sappia chi siamo, dove viviamo, ma che sia capace di vedere dall’alto la situazione, e che possa iniziare a sbrogliarla con chiarezza e decisione.
Voglio pagare le tasse, anche l’Imu se serve, vidimare il biglietto della metro, pagare le rette scolastiche e i ticket sanitari. Voglio guadagnarmi il mio stipendio, con onestà e dedizione. Voglio fare la mia parte, piccola, perché insieme a tutte le altre piccole parti possa costruire un Paese vivibile. Non voglio rimborsi, scorciatoie, tantomeno battute o fazioni da stadio. Ma pretendo, con tutta me stessa, un futuro per le mie figlie. Pretendo un’educazione adeguata ai tempi, possibilità adeguate all’Europa, la sicurezza di poter girare per strada, una sanità dignitosa per tutti, per chi non se la può permettere soprattutto.
Voglio poter continuare a sperare che questo futuro possa sbocciare qui. E’ che oggi non ne sono mica tanto sicura. Neanche di poterlo sperare.



2/22/2013

Il venerdì utile: shopping time - Zara



L’intento di questa rubrichetta nata appena un mese fa è quello di raccontarvi gli strumenti “tecnologici” che mi aiutano a tenere insieme pezzi della mia vita, nei suoi vari aspetti: organizzativi, ludici, pratici, ecc. Tra questi pezzi della mia vita, rientra anche lo shopping: valvola di sfogo, di consolazione, di divertimento. Non sono una da shopping compulsivo, non sono una fashion victim, non sono sempre alla ricerca della cosa più cool e non sono una maniaca dell’accessorio. Però.
Però amo le cose belle, i colori giusti, le stoffe morbide, il dettaglio particolare. Amo regalarmi quel qualcosa in più, ogni tanto, quell’oggetto senza il quale il tuo armadio straripante sembra vuoto. Amo entrare nei negozi, quando mi viene l’ispirazione, e capire da subito cos’è quello che voglio. Non riesco a trascorrere ore nei negozi, né a provare duemila cose solo per il gusto di. Di solito parto in missioni punitive: entro, vedo, scelgo, compro – qualche volta provo, ma solo qualche volta.
Come la maggior parte delle persone, non ho né budget né tempo illimitato da dedicare a questo aspetto “futile” (ché futile non è affatto!) della mia vita.
Per questo voglio ribadire il mio incondizionato affetto per Zara.com, di cui avevo già parlato qui. La prima volta che ho sentito parlare di Zara era il 1993 circa, mio padre viveva a Madrid e quando andavo a trovarlo prendevo sempre qualcosa di questa marca allora quasi sconosciuta. Ricordo ancora due maglioncini di lana a manica corta, durati anni e anni, che adoravo. Poi Zara è diventata Zara, cioè patrimonio comune come Ikea, il caffè e le mezze stagioni che non ci sono più. Non entro nel merito di stile, qualità, prezzo ecc. perché ognuno ha i suoi gusti e le sue capacità di spesa, e perché di fatto da Zara oggi si trova un range di prodotti abbastanza ampio. Quello che mi ha conquistata definitivamente è stato il suo e-commerce: la cura, la precisione, la puntualità, la semplicità che offrono. E anche queste sono cose che aiutano una donna-mamma-moglie-lavoratrice che, per esempio, nonostante la neve e la Panza sente l’aria di primavera e, per esempio, ha una voglia irrefrenabile di una borsa nuova, e di qualcosa di giallo come il sole e come le pesche,  ma, per esempio, si trova nel mezzo di una delirante settimana lavorativa e di un’insensata ondata di freddo. Come può fare questa persona a soddisfare il suo desiderio, senza spendere troppo, senza stancarsi e senza rinunciare ad una cosa bella? Zara.com è la risposta. Sono bastati dieci minuti mentre mangiavo in ufficio, e voilà, lei è diventata mia, con consegna in meno di una settimana e ritiro in negozio che mi viene comodo. Basta poco a volte per regalarsi un sorriso! (anche se C., all’idea di un’altra mia borsa, tutto farà tranne che sorridere!!!).
 








2/20/2013

Amo il mio lavoro. Ma anche no.


Ci sono lavori che visti dal di fuori sembrano bellissimi. Tipo poco sforzo, molto glamour, vedi gente fai cose ecc. ecc.. Quando dici che lavori nel mondo della moda è sempre così. Tutti che ti dicono ma che meraviglia, chissà come ti diverti, chissà che interessante, chissà che adrenalina. Ecco, si. Ma anche no.
Premesso che in questo periodo avere un lavoro è di per sé una gran cosa, a maggior ragione se in un’azienda sana e stabile, e me ne rendo conto ogni mattina e ogni sera quando in metro incrocio con lo sguardo donne stremate da duemila lavori che si addormentano anche in piedi per la stanchezza di dover mettere insieme i pezzi di una vita guadagnata dal primo all’ultimo centesimo, premesso questo, il mio lavoro è fatto di alti e bassi. Come la maggior parte dei lavori.
Fanno eccezione forse i lavori creativi, quelli che sono espressione esclusiva e piena di un talento, di una vocazione, di una scelta di vita. Ma forse neanche quelli.
In generale però tutti i lavori vivono di alti e bassi. Di sveglie che suonano quando vorresti ancora dormire, di riunioni fissate alle otto di sera quando tua figlia ha la febbre, di trasferte improrogabili quando ci sono recite, o anniversari. Di scadenze, di parti noiose, di obblighi che stridono con quello che sei o quello che vuoi in quel momento della tua vita. Non sempre la bilancia va in pari.
Se lavori in un’azienda poi incide anche il fattore tempo. Io lavoro nella stessa azienda da quasi dieci anni. Da quando mi sono laureata. Quindi al momento quello che succede è che mi sembra di continuare a vedere sempre uno stesso film che inizia e finisce ciclicamente ogni due anni circa. E non è che mi diverta tanto a vederlo. Sto perdendo adrenalina, stupore, stimoli. Sto perdendo quel “friccicore” che ti porta a fare un po’ di più, un po’ meglio. Ed è una cosa che mi dispiace, perché non è da me, non mi ci riconosco, non la voglio. E la settimana della moda, ve lo assicuro, invece che un divertente ed emozionante giro di giostra tra prodotti bellissimi, milioni di cose da fare e quella sensazione di fare qualcosa di interessante e impagabile, si trasforma in un problema logistico, in una stanchezza cronica, in una pesantezza sulle spalle e anche un po’ sul cuore. 
Amo il mio lavoro. Davvero. Non potrei non lavorare, mi fa sentire viva, mi dà energie e mi spinge ad imparare. Ma non so se per una questione fisiologica o perché gli ormoni della gravidanza influiscono anche e forse soprattutto su questo, ultimamente mi sento un po’ stretta. Un po’ pesce fuor d’acqua.
Per fortuna tra qualche settimana avrò il privilegio di poter staccare la spina, andando in maternità due mesi prima del parto. E in quello spazio sospeso, fatto di attese, emozioni, cure e tempi, potrò riflettere, pensare, magari anche capire.
Quello che so di sicuro, è che mi voglio godere quel tempo che verrà. Il prima e il durante, per preparare il dopo. Un dopo che sarà complesso, nuovo, stancante, emozionante e sorprendente, e che voglio fare in modo che sia il più possibile simile a me, e al nuovo noi che saremo noi, quattro.

2/15/2013

Il Venerdì utile: Spotify



Oggi è un venerdì di sole. Di Gnoma con la scuola chiusa ma con i nonni romani, in giro a far baldoria ( leggi: con una scatolina piena di biglietti per la giostra). Un venerdì tranquillo in ufficio, prima del delirio di settimana prossima ( leggi: settimana della moda donna a Milano). Un venerdì iniziato con calma, io e C. in macchina senza dover accompagnare / correre / convincere / salutare la piccoletta. Insomma un venerdì che sa di tempo senza fiatoni, di attese senza patemi, di testa senza grovigli, di pensieri che scorrono via senza troppi ostacoli.
E allora quello che mi serve per oggi è una colonna sonora degna – ed è qui che entra in scena la nuova App di questo venerdì utile! L’ho provata oggi per la prima, primissima volta e devo capirne ancora bene tutte le potenzialità, ma per ora mi piace e pure di parecchio. Diciamo un tunnel di accompagnamento ai vari tunnel di cui si parlava venerdì scorso. E' Spotify, app che in realtà nei paesi civili e tecnologicamente avanzati esiste e spopola da circa quattro anni, e che da noi è arrivata solo questa settimana (tutta la storia qui!).


Di base è un’app che sfrutta lo streaming per farti ascoltare più o meno una 20ina di milioni di brani on demand. Ci sono tre tipi di abbonamento, io sto facendo una prova gratuita di 48 ore che non ha ovviamente tutti gli optional. Ma vi assicuro che è veramente uno spettacolo. Puoi scegliere la canzone che vuoi cercandola, o ascoltare delle radio per canali tematici, selezionando i tuoi brani preferiti che vengono poi salvati in una playlist. E ovviamente puoi creare le tue playlist, e condividerle su Facebook che se no che gusto c’è?!? Trovate più info qui, io non riesco a concentrarmi molto sulla scrittura perché sto trovando tantissime canzoni che mi sono sempre piaciute e finalmente posso riconoscere / salvare /ascoltare!
Capita anche a voi di avere voglia di un certo tipo di musica e non trovare soddisfazioni nella libreria musicale che hai e che conosci quasi a memoria? Di aver voglia di quel certo non so che (e che non è un ferrero rocher) ma di non aver voglia delle chiacchiere radiofoniche o di spulciare tra cartelle, autori e brani? Bene… Spotify è la soluzione!!









2/13/2013

" Our name is our virtue "


Ognuno ha un nome che è un destino, un significato, una promessa, un ricordo, un qualcosa. Un pensiero si presume di amore, una speranza che si formula quando si è ancora abitanti di quel mondo ovattato che è la pancia. Io ho sempre sentito come “mio” il mio nome, a casa mia si festeggiano tutti gli onomastici quasi come fossero un compleanno, e mi sono sempre chiesta se alla fine i nomi influenzino un po’ le persone, i loro caratteri, i loro approcci. Ché chiamarsi Samantha o Maria non ha lo stesso effetto, quando ti presenti. E questo da qualche parte dovrà pur avere degli echi, dico io.
Così, quando siamo rimasti incinti della Gnoma, abbiamo affrontato il tema “nome” con entusiasmo, e abbiamo trovato subito il SUO, di nome. Un nome che ci sembrava allegro, semplice, musicale, con una storia ma non pesante. Un nome che quindi racchiudeva quello che volevamo e vogliamo darle, e quello che speravamo e speriamo che lei possa essere. Una donna allegra e intelligente,  leggera ma non superficiale. Non che quelle sei lettere abbiano per tutti la stessa valenza, per carità, ma per noi si, e questo è quello che conta. E ora che la Gnoma è una treenne in fiore, il suo nome le si addice perfettamente, in uno scambio equilibrato tra la sua energia e il suono di quella parola.
Adesso poi che la Panza è di nuovo abitata da MiniGnoma, ci siamo ritrovati a pensare di nuovo a nomi vari. E’ stato più complicato questa volta. Ma come sempre, il primo che ci è venuto in mente è quello che poi è stato scelto, anche dalla Gnoma che inizialmente non era convintissima. Anche per MiniGnoma abbiamo voluto un nome allegro, una musica da pronunciare. Un nome che ricorda molte cose ma lascia spazio anche per molti tipi di caratteri, indoli, inclinazioni (ho sempre avuto paura di chiamare una bimba Allegra, per esempio: mi sembrava di toglierle la possibilità di essere anche altro da Allegra.. ma sono fissata io lo so!!). Vi saprò dire tra qualche mese se anche questa volta si creerà quell’equilibrio musicale tra risata e suono, tra carattere e parola.
Ma l’augurio rimane lo stesso, quello di poter essere libere di essere quello che vorranno, con un bagaglio di allegria, intelligenza e molto, moltissimo, moltissimissimo amore. A partire dal loro nome, di cui spero saranno orgogliose.




Blog Tank






2/08/2013

Il venerdì utile: Vine


No, questo in realtà non è un consiglio utile, sappiatelo.
Perché di tunnel in cui entrare, soggiornare, perdersi e perdere soprattutto tempo ce ne sono a bizzeffe, in questi anni digitali, iphoneschi, smartphoneschi e superconnessi. Quindi aggiungerne uno all’elenco non è propriamente utile, se devi già incastrare la partita a Ruzzle nel viaggio in metropolitana, la twittata mentre sei in bagno, Instagram mentre accendi il pc e Facebook mentre sei in pausa pranzo.
Ma tant’è, ecco la nuova mania: Vine.



App gratuita creata da Twitter per compensare la mancanza di Instagram, passato nelle gigantesche mani di Facebook, è una specie di collettore di mini video. Mini davvero, qualche manciata di secondi. Il divertente è che i video sono, in quella manciata di secondi, multipli: mentre registri tocchi lo schermo e parte, lo ritocchi e si ferma, e così via. Si sommano quindi spezzoni anche diversissimi: che so, un tramonto, una casa, un gatto. Il tutto, in meno di 10 secondi.
Non fai neanche fatica a trovare amici o followers, come più vi piace: accedi con twitter o con la mail e voilà, il gioco è fatto.
Molte delle mie avantissime amiche twittarole sono già attive e presenti anche su Vine: Una Mamma Snob per esempio, che ne ha scritto qui, Phrolivina, Biancume o Cily75. Insomma  molte delle mie maipiùsenza.



C’è chi ha già dato sfogo di creatività incredibile, chi come me lo usa così, tanto per divertirsi. Ma il problema è che ti ci diverti davvero, e quindi… sei pronto a soggiornare lungamente in un nuovo, accogliente, fantasioso, tecnologicissimo tunnel.






2/05/2013

Il tempo



Il tempo è strano, in questo periodo. Complice la Panza di 26settimane, mica pizza e fichi. Complici le corse tra ufficio e casa, i viaggi in giornata per stare con la famiglia, complici i pensieri, le analisi, i progetti. Il tempo si dilata e vola, insieme. Scorre lento, che maggio sembra lontanissimo, e intanto già è scappato, che la Gnoma ieri sera mi sembrava altisssssssima, grandisssssssima, cresciutissssssima (e ovviamente bellissssssima).

Il tempo mi lascia briciole di ricordi, suoni di voci modificate da lontananze, malattie, problemi, incomprensioni. Suoni di voci che sono un ricordo, oggi. Mi lascia immagini di me piccola in una casetta di legno, affascinata da energie e mondi misteriosi e lontani. Echi di canzoni ripetute allo sfinimento, di nomignoli di cui andavo orgogliosa anche se non avevano senso.

Il tempo segna la schiena e il viso di nonno, uomo di altri tempi, altre forze, altre idee. Uomo che è andato in Russia ed è tornato, carico di foto in bianco e nero, di immagini che nessuno dovrebbe mai vedere, di storie che non si possono raccontare e di strategie di sopravvivenza rivelate solo a mezza bocca. Uomo che aveva perso il fratello in un campo di concentramento, e poi lo aveva ritrovato, vivi tutti e due, come un miracolo di un romanzo. Uomo che ha fatto e disfatto, amato e umiliato, giocato, vinto e perso, uomo che si è ritrovato dove non avrebbe mai immaginato.
Uomo che oggi deve affrontare un dolore troppo grande, che si vede proprio che non gli ci sta, dentro. Lo consuma, lo confonde, lo debilita.
Il tempo lo ha beffato, facendogli vivere un lutto che non doveva vivere. Il tempo lo tiene lucido, quando lui forse vorrebbe solo non aver saputo, non aver visto. Non aver pianto. Il tempo non ha più senso, oggi, per lui. Ha mischiato le carte in tavola, è andato contro natura, contro i suoi piani, i suoi progetti, contro di lui. Il tempo lo sfida e ha trovato un modo crudele per vincere sulla sua tempra d’acciaio, sui suoi occhi azzurri come il ghiaccio che, alla faccia di testa e cuore, stanno cedendo e non vogliono vedere più. Il tempo. Il destino. La vita. Una vita così, che meriterebbe pagine e pagine e pagine.





2/01/2013

Il venerdì utile - Toca Boca


Un venerdì strano, questo.
Di nebbia, di grigio, di pensieri, di occhi rossi.
E allora per distrarmi e tirarmi su di morale, inserisco nella rubrichetta del venerdì una App utile per lo spirito, più che altro. Di grandi e piccini.
Conoscete TocaBoca? È una giovane società, parte del GruppoBonnier, che crea App di giochi per i bimbi.
Noi l’abbiamo scoperta con la versione natalizia di Hair Salon: Hair Xmas, dove puoi spettinare, phonare, addobbare, tingere etc. Babbo Natale o l’Albero. La Gnoma ci ha giocato per circa un anno ed è veramente carino e divertente, oltre che gratuito. Ma la passione vera è scoppiata con la versione a pagamento, Hair Salon, acquistata circa un mesetto fa. Puoi scegliere tra 2 fanciulle o 2 ragazzi, e far loro un trattamento completo da parrucchiere, con taglio, allungamento, colorazione, shampoo, asciugatura e anche accessori per abbellire. La Gnoma sceglie sempre la riccetta mora, e sghignazza tutta concentrata mentre si adopera al rifacimento del look.
Non voglio aprire in questa sede un dibattito sull’opportunità o meno dell’utilizzo di tablet ecc. come intrattenimento dei bimbi. Perchè comprendo e capisco tutti i punti di vista, ma noi semplicemente.. lo usiamo. Preferisco che giochi un po’ sull’Ipad con App che conosco e che credo la stimolino, piuttosto che farle vedere i cartoni (che comunque vuole vedere in ogni caso!). Diciamo che cerchiamo di dosare: molto, moltissimo gioco reale, un po’ di gioco virtuale, e qualche cartone. Credo che come in tutte le cose la virtù sia nel mezzo, e che l’unica cosa importante sia non esagerare in nessun senso. Detto questo, con App come queste io mi sento serena, e mi diverto anche io! Credo che Toca Boca sia serio, affidabile e creativo: nessuna pubblicità, nessun link ad acquisti, nessun video a sorpresa, ma spazio alla fantasia.
Quindi il passo successivo sarà l’acquisto, magari per il prossimo viaggio lungo, di Toca Kitchen o Toca Store.. vi farò sapere! J





Hair Xmas


Hair Salon




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