Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

3/25/2013

Il venerdì utile (in ritardo!): TinyBazar


Se prima era latitanza, questa è stata proprio una fuga!
Una settimana dai nonni, io e la Gnoma: un concentrato di coccole e attenzioni, conditi da buon cibo e lunghe camminate che da loro si fanno sempre delle gran attività di vario genere. Massaggi, parrucchiere, penniche, giochi. Insomma, una goduria.

Ma ora siamo tornate e torno alla vita normale, a casa con duemila cose ancora da fare e organizzare (compreso trovare la nuova tata), ma a casa. In senso fisico e virtuale.

Quindi, in colpevole ritardo, eccomi qui con un venerdì utile versione lunedì, dedicato allo shopping.
Non so se è l'ormone ballerino o la primavera che non arriva, ma in questo periodo sono particolarmente e pericolosamente incline allo shopping. In particolare mi sono dedicata a delle cose poche ma buone per Gnoma e MiniGnoma. Che avere due femmine libera la fantasia!
E in questi slanci spendaccioni (C. non preoccuparti, pur sempre contenuti!), ho scoperto un sito irresistibile.

Si chiama TinyBazar, è nato da poco, ed è curato dalla stessa persona (donna charmant e di gran gusto che avevo avuto il piacere di conoscere durante il Press Day Aubergine delle splendide FunkyMamas) che ha creato l'irresistibile The Kidsboutik.
TinyBazar offre vendite a prezzi speciali e per un periodo di tempo limitato di pezzi selezionati per bimbi e mamme, di marche italiane e internazionali ma sempre un po' speciali, nel gusto, nella qualità, nello stile. Insomma un mix di qualità per me fatale e irresistibile!
Quindi ecco il resoconto fotografico del mio primo, e sicuramente non ultimo, bottino. Una speranza di primavera, e un modo per accorciare l'attesa, perché l'impazienza di conoscere la MiniGnoma e di vederla con la Gnoma cresce a dismisura, ogni giorno di più.





Prego! ;)

felpe I Talk Too Much per Gnoma e MiniGnoma. Manca solo quella per me!

Shorts in lino, Merveille

Bermuda in lino bianco, P'tit chic...de Paris




3/15/2013

Il venerdì utile e la maternità


Si, latito. Ma l'ebbrezza di questi primi giorni a casa, senza lavoro, con un discreto numero di ore in cui la casa è mia, silenziosa, quieta, in cui nessuno mi chiama, mi cerca, mi reclama, in cui non devo fare nulla per forza... beh, quest'ebbrezza mi ha rapita.
Ho fatto tantissime cose, eh, che devo approfittare di una panza ancora gestibile: ho fatto la cernita dei vestiti della Gnoma per capire cosa posso riutilizzare per la MiniGnoma, ho comprato dei regali di compleanno, ho fatto la spesa, sono andata a prendere la Gnoma a scuola, ho sistemato casa, ho anche risolto un problemino con SantaTata che purtroppo ci lascerà ma questo è un discorso che affronterò poi. Mi sono lavata i capelli, mi sono incremata con cura, ho fatto quintali di lavatrici e ho iniziato a preparare la valigia che dopodomani si va dai nonni.
In tutto questo ho fatto fatica però ad accendere il computer, a turbare il silenzio di casa. Che col primo figlio, non lo sai ancora cosa vuol dire. Ti illudi che rilassarti voglia dire guardare la tele, leggere un libro, passeggiare. Invece al secondo giro lo hai capito: il vero lusso, ora, è non fare nulla, o meglio fare quello che devi fare ma assaporando il silenzio, il suono del tuo respiro, il non dover seguire nessuno, neanche una pagina o un fotogramma. Che non hai dubbi, sul fatto che questa lentezza, questa sospensione, questo tempo per te DA SOLA saranno un lusso inarrivabile per mesi, e mesi. E mesi.
Mi è quindi un po' difficile oggi parlare di App e/o tecnologie, visto che il massimo della tecnologia degli ultimi giorni è pagare col bancomat.
Ma per festeggiare la maternità, e per rendere omaggio a quelle (poche) innovazioni tecnologiche statali che funzionano e semplificano la vita, parlerò di come si fa, oggi, la richiesta di maternità. Non interesserà a molti, ma tant'è...
Chiudete gli occhi. Se vi sussurro nell'orecchio "INPS", a voi cosa viene in mente? A me corridoi polverosi, impiegati malmostosi, archivi infiniti e utenti imbestialiti per attese e ritardi. Beh... non è più esattamente così, almeno non per la richiesta di congedo parentale, aka come maternità. Oggi si fa - udite udite - on line. Vi basta il codice fiscale e un pin che l'Inps stessa vi fornisce in massimo una decina di giorni, ed è fatta. Inserite i vostri dati, la data prevista del parto e una scansione di un certificato medico e siete quasi a posto. Vi tocca comunque un giro alle poste per spedire via raccomandata il certificato in originale, ma l'ufficio postale è sicuramente più comodo e gestibile della sede Inps. Sempre online potete controllare lo stato della richiesta, e stesso procedimento vale per la maternità facoltativa - per cui però il certificato non serve.
Insomma, per la serie "basta poco"... A volte anche in Italia riusciamo ad essere al passo con i tempi. E allora, per quelle volte, perché non parlarne ed esserne contenti?


Buon weekend!



Bottino del mercato. Le fragole hanno profumato tutta casa!

Primi preparativi per la MiniGnoma: la Gnoma pulisce le sue scarpine da piccola. E io mi sciolgo!


3/08/2013

Il venerdì utile: di maschi, femmine e App.


E anche questa settimana è arrivato il venerdì. Di pioggia, da queste parti. Di molto sonno, stanchezza e anche fame. Ma è venerdì, ed è anche traquattrogiornisonoinmaternità. Quindi ce la possiamo fare.

Tra l’altro, è anche l’8 marzo, la festa delle donne. Ieri la Gnoma ha visto passare un signore con un mazzo di mimose in mano, le ho spiegato della ricorrenza e lei mi ha chiesto allora quando è la festa dei maschi. Quando ho raccontato in giro questo aneddoto, in molte mi hanno chiesto se le ho risposto che per i maschi la festa è tutti i giorni. Che è vero, sotto moltissimi, troppissimi punti di vista. E’ vero ed è il senso di questa giornata, festeggiata ufficialmente per la prima volta nel 1909 in America. E’ vero socialmente, politicamente, economicamente, familiarmente. E’ vero per le prospettive e per le possibilità. E’ ancora più vero nei paesi poveri e in guerra, dove le donne pagano prezzi inimmaginabili per il solo motivo di essere donne. E’ vero in Italia, paese maschilista per tradizione e scelta e comodità.
Ma non è vero nel mondo della Gnoma. Nel suo piccolo totalizzante mondo di 3enne. Non è vero perché anche se i “macchi” e le “femmine” spesso giocano a giochi diversi , non c’è un meglio o un peggio. Perché anche se la sua squadra è di “femmine”, vuole bene anche ai “macchi”. Soprattutto, non è vero perché a casa nostra non è vero. Perché suo papà è un “macchio” di quelli seri, che quini non ha niente di maschilista. Perché suo papà la porta a scuola tutte le mattine, e a nuoto, perché cucina la cena e le fa il bagnetto. Perché sa stendere una lavatrice e anche stirare. Perché rifà i letti. Ed è anche il “macchio” che guarda le partite di calcio, che esce con gli amici, che non sa dove sono le magliette e quale detersivo mettere in lavatrice. Perché la Gnoma sta crescendo, per ora, finché non si scontrerà con un mondo vecchio e ingiusto, nella semplice e rivoluzionaria idea che maschio e femmina, uomo e donna non sono un giudizio di valore, ma una condizione di natura sessuale che non ha altre implicazioni necessarie se non un “pisellino” e una “patatina” in mezzo alle gambe. Tutto il resto, gusti, intelligenza, inclinazioni, talenti, possibilità, capacità, forze, risorse, dovrebbero essere un sacrosanto e inviolabile diritto individuale, rigorosamente asessuato. Il che comprende, volendo, che una donna adori il rosa e un uomo sia appassionato di calcio. Ma anche che una donna giochi a rugby e che un uomo si metta la crema per il viso. Perché la libertà è anche questa .

Detto questo, una veloce App del venerdì per celebrare comunque il mondo delle donne. In questo preciso momento, il mio mondo di donna è una tempesta ormonale e organizzativa in cui navigo a vista cercando di non addormentarmi e di non mangiare troppi dolci. Quindi l’App di questa settimana è di supporto in questa navigazione un po’ a zig zag in cui se non metto un promemoria non mi ricordo neanche di pettinarmi: si chiama DOOO ed è una specie di bacheca, in cui segnare le cose TO DO, e quelle UNSOLVED (per esempio, oggi: to do – andare a prendere la Gnoma a scuola, unsolved – ikea e pagamenti vari). Si possono aggiungere note vocali, foto e anche disegni. Insomma, oltre a romperti le scatole ricordandoti quello che dovresti fare, almeno è carina e originale.
L’importante è ricordarsi di mettere la nota. E di controllare la lista degli unsolved.
Si, sono messa così.

Buon weekend!








3/05/2013

La forza delle donne: ciao, A.

In questo preciso istante, le mie Amiche sono insieme per salutare per l'ultima volta una donna speciale. Una nonna, che è andata via. Io sono lì con il cuore e con i pensieri. Perché in certi momenti la lontananza pesa come un macigno ma viene anche annullata da cose più importanti e potenti, come l'affetto, la vicinanza, l'empatia.
Domenica le ho viste, le mie Amiche. Siamo state insieme, a pranzo, noi e altri amici, noi e mariti e compagni, noi e bimbi e bimbe. E' che quando siamo insieme siamo una forza centripeta, e attiriamo gli astri, e anche il sole di solito. Perché donne, e amiche, è un binomio folgorante. Raro, e folgorante.
Siamo amiche da anni, con i nostri alti e bassi, con telefonate quotidiane o mensili, non importa. Abbiamo i nostri riti, le nostre forme di contatto. La nostra capacità di sentirci e di riprenderci sempre.
Siamo donne, umorali, ormonali, di pancia. Siamo cambiate tanto, negli anni, ancorate con le unghie e con i denti però a quello che siamo davvero, senza perderci. Abbiamo faticato e lottato, per non perderci.
Siamo donne con bagagli importanti e anche ingombranti, che abbiamo condiviso con onestà e paure, in ogni momento, dal più importante al più futile. Sappiamo cose, le une delle altre, che nessuno mai. Ci teniamo sotto controllo a vicenda, in silenzio o a bassa voce, perché nessun dolore venga sottovalutato, nessun segnale di aiuto passato inosservato, perché nessuna gioia non venga festeggiata.
E  in questi momenti, in cui una di noi perde un pezzo, questa forza centripeta si moltiplica e diventa un sostegno, una valvola di sfogo, una sicurezza su cui poggiarsi per riprendere fiato. Perché lo sappiamo che noi ci siamo. E cinque donne, insieme, unite, sono uno tsunami di energia. Un uragano di parole, lacrime, risate, canzoni, foto, vini, pranzi, concerti, spiagge, sorprese, regali, mail, messaggi. Un tesoro inestimabile, uno scrigno prezioso.
Da oggi, in questo scrigno prezioso conserveremo il ricordo di A., donna di altri tempi, di altre forze, di storie che meritano un romanzo, di coraggio che insegna qualcosa anche a chi non è sua nipote, ma che a sua nipote vuole un bene che ciao. Donna che sapeva riconoscere quest'amicizia e che di quest'amicizia gioiva, come una bimba a Natale. Donna che ha chiuso gli occhi ma non è andata via, perché rimane qui, con noi e tra noi.
Un'altra donna, tra noi cinque donne, che ci ha insegnato quanto sia dirompente, forte, irresistibile, contagioso, entusiasmante, e mai scontato, il viaggio di una vita, nonostante tutto.
Buon riposo, A., ci mancherai.


3/01/2013

Il venerdì utile - Italo Junior


E’marzo! Ed è venerdì!! E c’è il sole!! Per non parlare del fatto che tra una decina di giorni inizia la mia maternità e dell’alta probabilità, che non confermo solo per scaramanzia, di vedere le mie Amiche domenica! Insomma una giornata che parte bene, nonostante un sonno e una stanchezza che mi pesano sulle spalle e sulle palpebre in maniera imbarazzante.
Ok, torniamo a noi. Oggi non voglio parlarvi di una App, ma di una iniziativa, a mio avviso geniale anche se non l’ho provata in prima persona. Da fine marzo infatti partirà un nuovo servizio sui treni Italo, che si chiamerà Italo Junior e consentirà, ovviamente a pagamento, di far viaggiare bimbi dai 7 ai 13 anni da soli, ovvero accompagnati da hostess o steward – come succede sui voli di linea. Mi rendo conto che questo non rivoluzionerà la vita di molte famiglie, ma di sicuro ne aiuterà parecchie. La mia per esempio, tra qualche anno. Che noi viviamo a Milano, e i nonni a Roma. E proprio stamattina i suddetti nonni si sono lamentati che non gli lascio mai la bimba, che va troppo a scuola, che è stanca, che deve svagarsi ecc. ecc… Bene, tra 4 anni potrò metterla sul treno e concederle delle meritate vacanze nonnesche e romane senza dover incastrare anche ferie e permessi e spendere il doppio per accompagnarla! Penso sia un servizio degno di un paese civile. Che pensa alle famiglie. Che offre opportunità e soluzioni.
E forse ho anche un legame in qualche modo affettivo, con questo tipo di iniziative. Perché quando mio padre, già separato e divorziato da mia madre da anni, viveva in Sud America, io prendevo un paio di aerei da sola per raggiungerlo. Accompagnata, coccolata, viziata, upgradata e sempre seguita da hostess & co dall’inizio alla fine. Ora, non so se di questo io, come madre, sarei capace. Di lasciare la mia pupa 6enne e riaverne notizie dopo una decina di ore in un altro continente (che quando ero piccola io non c’erano i cellulari, e neanche Internet per controllare lo stato del volo. Me vecchia!). Ma mia mamma è olandese, un’altra pasta. Però posso immaginare di poter mettere su un treno no-stop una Gnometta 7enne per quelle due ore di tempo che ci vorranno allora per raggiungere la Capitale. E mi piace, l’idea. Di quei miei viaggi ricordo il ripetere a memoria numeri e indirizzi nel caso mi perdessi, lo sguardo perplesso alle cabine telefoniche consapevole che la mia altezza non mi avrebbe permesso di raggiungere la cornetta, ma ricordo anche gli album da colorare, i giri nella cabina di pilotaggio, le poltrone della prima classe in cui immancabilmente venivo spostata, e la sensazione di essere grande.
A volte la capacità di autonomia nasce da piccole o grandi forzature, create da circostanze che non si possono modificare. Dei genitori divorziati, per esempio, o dei nonni lontani. Che costringono i genitori a mollare un po’ le redini, sempre in sicurezza, lasciando sbocciare nei bimbi quella impagabile e insostituibile sensazione di potercela fare, anche da soli. Di sapersi muovere nel mondo, anche da soli. Soprattutto se i primi passi in questo senso vengono fatti in maniera guidata e tutelata, senza pericoli. Perché così poi, quando soli si sarà davvero, farà un po’ meno paura.





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