Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

11/09/2012

Tredicesima Settimana


Bene, ora che ho fatto outing sia qui che in ufficio, posso finalmente perdermi e sdilinquirmi in dettagli che parranno noiosissimi a chiunque non ha affrontato le quarantasettimane aka gravidanza aka stato interessante aka la via per trasformarsi da donna a balenottera spiaggiata in attesa.
L’inizio è stato difficile: delle perdite ci hanno fatto spaventare, molto , mi hanno costretta a casa per un paio di settimane e a procedere con dei piedi di piombo che tra un po’ manco ci credevo più neanche io. Però è passata, per fortuna e per miracolo, e piano piano i giorni sono passati. Abbiamo fatto, come per la Gnoma, la villocentesi, e arrivati i primi risultati e passati i primi tre mesi, vero giro di boa nella vita di una panzona, ho cominciato a rilassarmi (ma solo un pochino perché i miei ormoni sono gestiti da Ansia e Paranoia, terribile duo di cui magari parlerò un’altra volta).
A differenza dei primi tre mesi di Gnoma In the Panz, stavolta sono stata accompagnata da una simpatica sinfonia di nausee soprattutto serali, che stanno lentamente sbaraccando, si spera. Proprio come con la Gnoma, invece, la mia autonomia di donna-mamma-moglie-essere umano senziente termina al massimo verso le 21.30, ora in cui stramazzo a letto in uno stato comatoso molto poco romantico. Meno male che la Gnoma si addormenta prima – posso ancora mantenere uno straccio di dignità genitoriale!
Ed esattamente come con la Gnoma, sono curiosa, impaziente, emozionata, impaurita, protettiva, orgogliosa. Un mix incontrollabile di ondate emotive e razionali che per fortuna avendo la Gnoma già con noi vengono arginate da una vita quotidiana abbastanza piena da non lasciar troppi spazi a voli pindarici verso l’alto o verso il basso.
Ora sono qui, presa da duemila attività di vario genere, lavorative familiari logistiche, nell’immediato soprattutto dall’organizzazione del compleanno gnomico, che tre anni, signore e signori, sono una gran bella età e meritano una gran bella torta.
Ma mi capita di ritrovarmi, con lo sguardo perso a mo’ di triglia, e un sorriso fisso sulla faccia, pensando a quando io e C. in cucina abbiamo detto alla Gnoma che arriverà una sorellina: la sua emozione, i suoi sorrisi, i suoi propositi di prestarle le sue cose da “piccola”. Uno dei momenti più belli e preziosi della mia vita, della nostra vita. Uno di quei momenti che non puoi neanche raccontare troppo, ma che devi conservare con cura e rispolverare almeno un paio di volte al giorno perché sono proprio quei momenti che danno senso a tutto. A tutto davvero.

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