Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

2/22/2012

La nanna (quale nanna??) gnomica. Blogstorming!

Quando ero incinta facevo la spiritosa. Dicevo che mi ero messa d’accordo con la Gnoma nella pancia, e che se avesse dormito le avrei comprato il motorino a 15 anni. Ecco sono a posto – quando me lo chiederà, potrò dirle serenamente che il motorino non lo avrà mai.
Perché una che nasce a occhi spalancati, seria, guardandosi intorno, lo dovresti capire subito che NO, non è una dormigliona. Non dovresti stupirti se per una settimana intera si addormenterà solo SU di te. Non in braccio, ma sdraiata su di te, che appena ti rilassi e i muscoli si abbandonano tu ti svegli sussultando col terrore che lei cada. Poi riesci a passare alla culla, e ho ancora le mail esultanti che inviavo a parenti e amici. Capite? Entusiasta perché una Gnoma di una settimana dormiva, a tratti, in una culla. Che in teoria è il minimo sindacale. Ma la allatti, e lei due volte a notte si sveglia. E tu, illusa, credi sia quella la stanchezza. Credi che non potrà che migliorare. E invece.


Invece lei cresce, mette i denti, si ammala, impara a chiamarti e a piangere in quel modo lì, quello esatto che ti colpisce al centro del cuore. Lei passa mesi in cui tutte le notti si sveglia 4 o 5 volte. E tu ti consoli solo pensando che i bambini che proprio non dormono si svegliano molte più volte. E che andrai in ufficio il giorno dopo, a bere caffè e a farti passare lo snervo. Ma intanto ti si scavano le guance, i capelli bianchi si moltiplicano incontrollabili e tu diventi un computer che immagazzina gli orari dei risvegli manco fossimo nel bunker dell’isola di Lost a salvare il mondo.  Impari che 4 ore di sonno filato vuol dire essere fresche come una rosa, e solo la sveglia potrà confermarti se sono o no 4 ore, perché se no non ci credi. Non ricordi più cosa sia sognare, perché non fai in tempo. Le provi tutte: latte, camomilla, melissa, niente, biscotto, cartoni, favola, giochi, luce, buio, musica, silenzio, umidificatore, aria secca, cuscino grande, cuscino piccolo, coperta, senza coperta, peluche, senza peluche. Niente. Decide lei, a caso. E tu sembri una maga indovina, a predire a seconda di cosa è successo di giorno, come andrà la notte. Di solito gufandotela.
C. dice che di notte mi trasformo. Sbuffo, dico parolacce, sbatto porte e coperte. Sgrido la Gnoma, secca, senza repliche. Lui dice che siamo insopportabili: di notte sembriamo due nemiche in campo di guerra, poi la mattina appena sveglie flirtiamo e ci sbaciucchiamo. È che di giorno lei è meravigliosa. Anche di notte, se uno non avesse sonno, a dire il vero. Che una che ti dice per un’ora sussurando e baciandoti “mamma vojo svejarmi”, quando lo racconti di giorno ti fa sorridere. Di notte ti fa impazzire.

E’ che proprio mi manca, dormire. Ora, dopo i due anni va meglio – soprattutto grazie alla parentesi scarlattina e gocce tinset, che ci hanno regalato una settimana di notti intere di sonno. Un lusso commovente. Ogni tanto io e C. ci guardavamo e ci dicevamo: pensa come sarebbe facile, se lei dormisse sempre cosi. Quante cose potremmo fare: vedere film,  chiacchierare, mettere smalti colorati e scrivere mille post. Invece io ho l’ansia da sonno arretrato, e a una cert’ora devo andare a dormire perché so, io lo so che poi mi sveglierò prima del dovuto. Anzi che ora sono migliorata. Vado a letto ad orari quasi accettabili per un adulto. Ma fino a qualche mese fa, reggevo mezz’ora, un’ora al massimo, poi iniziavo a pensare che DOVEVO andare a dormire, per non perdere ore di sonno. Un incubo. Un pensiero ricorrente. E duemila sensi di colpa. Ho sbagliato io? Dovevo lasciarla piangere? Dovevo impostare altre routine? Non dovevo metterla nel lettone? Non lo so. So che nel 99% delle volte mi sono sentita senza possibilità di scelta. Ho fatto le uniche cose che mi rendevano una persona sopportabile il mattino seguente. Ho fatto quello che potevo per reggere il colpo di una bimba che tutto è, tranne che dormigliona. E non ero proprio preparata.

Poi è vero che il tempo migliora le cose, lentamente, lentamentissimamente, ma le migliora. Ed è vero che tu scopri di avere risorse che neanche immaginavi, che a saperlo prima probabilmente avresti preso un’altra laurea in contemporanea alla prima. E’ vero che vedere la Gnoma crescere e giocare e ridere e ballare ti dà la forza per non lamentarti, per non pensare che questo sia IL problema. Ma non dormire è una lotta continua, una battaglia, una goccia cinese che ti scava dentro. E una, tra le tante cose, che avere un figlio ti insegna.
Insieme a giocare, ridere, imparare, crescere, perdonare, ricordare, e amare ogni possibile stanchezza, paura, rabbia e fatica.

Quindi si, ne vale la pena. Ne vale assolutamente, totalmente, sicuramente la pena.

Questo post partecipa al blogstorming

11 commenti:

  1. Ti dico solo che la prima notte in ospedale mio marito ha passeggiato SEMPRE in corridoio col bimbo in braccio...non aveva ancora 24h di vita...è stata durissima e con modalità diverse siamo andati avanti fino all'inizio della scuola dell'infanzia...coraggio! solo chi ha provato cosa sia la privazione di sonno , capisce veramente...e secondo me ogni mamma e bimbo sono un mondo a sè e non ci sono regole universali. E ho imparato che non è vero che i neonati mangiano e dormono!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lucia, non ce la faccio, devo chiedertelo, sperando solo (sospetto inutilmente) di non risultare odiosa:ma dove hai partorito che la prima notte hanno lasciato tuo figlio in corridoio con il padre anziche' vicino al letto con te (per non dire attaccata al tuo seno)?! Se ci sono stati problemi tecnici mi scuso per l'indelicatezza e va bene anche se non mi rispondi, se invece tutto era fisiologico mi confermi che ci sono medici e ostetriche da fucilare.

      Elimina
    2. Invece io mi stavo chiedendo quale fosse questo fantastico ospedale che permette ai padri di stare con i bambini di notte. Dove ho partorito io i bambini stanno separati dalle madri, addirittura al piano di sotto e i padri possono vedere i figli solo 10 minuti su appuntamento dalle 21 alle 23....

      Elimina
    3. Questo è un argomento interessante..
      Io alla mia prima esperienza ho pensato di aver trovato una norma diffusa. Vedo che non è così.
      Premetto: ospedale pubblico italiano. Ostetriche giovani entusiaste e infinitamente dolci. Tutte noi neo-mamme abbiamo passato il 90% del tempo con i bimbi accanto al letto (ovviamente ci hanno chiesto se volevamo), incoraggiate a tenerli al seno anche per lunghi periodo le prime 24 ore in modo da stimolare latte e rapporto fisico. "rooming" è il termine tecnico -te pareva che non dovevano fare i fighi con l'inglese-.
      Io ho avuto la sensazione fosse sensato. E soprattutto quando mi hanno detto che questo tipo di approccio avrebbe facilitato latte mio e sonno del bambino in futuro..mi son guardata bene dal questionarlo!
      Mi piacerebbe sentire altre esperienze e pareri.

      Elimina
    4. Dove ho partorito io, ospedale pubblico e universitario il "rooming in" ancora non esiste, ma lo stanno progettando.
      Le ostetriche sono state carine, dolci e grintose. I medici invece da dimenticare. Tutti.
      Il problema più grande a mio avviso è stato il turnare continuo delle ostetriche e cambiare quindi punti di riferimento che in quei momenti proprio ci vogliono.
      LA cosa più brutta per noi come coppia è stata quella che il papà è proprio serie B, anzi non esiste, già stare con te in travaglio è un lusso dipende da quante partorienti ci sono. Ma far vedere i figli su appuntamento per 10 minuti vestiti da chirurgo è veramente troppo...il mio compagno ci ha sofferto. Per quanto riguarda il bambino in stanza sicuramente è bello e sicuramente serve per stabilire il legame e la base sicura, ma io non ho sentito questa necessità ero molto stanca e tutta confusa e commossa in camera con il mio compagno (nelle ore di visita), però almeno dare la possibilità di scelta.. quello dovrebbe essere il minimo.

      Elimina
  2. non hai sbagliato nulla, si chiama sopravvivenza, chi è privato dal sonno, lo sa, amica:-)

    RispondiElimina
  3. Dai, ora che passa la boa dei due anni sei in ottima posizione: puoi solo migliorare!
    Non serve a niente chiederti ora cosa avresti dovuto o potuto fare, goditi solo la risalita... Al massimo ci penserai al prossimo figlio! :-)

    RispondiElimina
  4. solo chi non dorme sa cosa significa, quanto sia dura, quanto ti saltino i nervi per poco, quanto la giornata che hai davanti appaia un incubo... Io ci sono nel bel mezzo e sembra anzichè migliorare peggiorare.
    tu sei quasi fuori dal tunnel, io lo sto arredando!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dai Elena ce la puoi fare!!! So che non ti sembra possibile, ma succederà... non all'improvviso, non da una notte in poi per tutta la vita, piano piano, una volta si duecento no, ma succederà... dormirà!!!! e tu piano piano ti ricorderai come si fa a dormire!

      Elimina
  5. Bello questo post e soprattutto vero, verissimo quello che scrivi ne vale la pena e ne varrà sempre la pena xchè fare la mamma e la cosa più bella del mondo!

    RispondiElimina

© 2011 - 2012 - 2013 - 2014 Cappuccio e Cornetto. Design and development by La Designerie.