Cappuccio e Cornetto

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3/01/2013

Il venerdì utile - Italo Junior


E’marzo! Ed è venerdì!! E c’è il sole!! Per non parlare del fatto che tra una decina di giorni inizia la mia maternità e dell’alta probabilità, che non confermo solo per scaramanzia, di vedere le mie Amiche domenica! Insomma una giornata che parte bene, nonostante un sonno e una stanchezza che mi pesano sulle spalle e sulle palpebre in maniera imbarazzante.
Ok, torniamo a noi. Oggi non voglio parlarvi di una App, ma di una iniziativa, a mio avviso geniale anche se non l’ho provata in prima persona. Da fine marzo infatti partirà un nuovo servizio sui treni Italo, che si chiamerà Italo Junior e consentirà, ovviamente a pagamento, di far viaggiare bimbi dai 7 ai 13 anni da soli, ovvero accompagnati da hostess o steward – come succede sui voli di linea. Mi rendo conto che questo non rivoluzionerà la vita di molte famiglie, ma di sicuro ne aiuterà parecchie. La mia per esempio, tra qualche anno. Che noi viviamo a Milano, e i nonni a Roma. E proprio stamattina i suddetti nonni si sono lamentati che non gli lascio mai la bimba, che va troppo a scuola, che è stanca, che deve svagarsi ecc. ecc… Bene, tra 4 anni potrò metterla sul treno e concederle delle meritate vacanze nonnesche e romane senza dover incastrare anche ferie e permessi e spendere il doppio per accompagnarla! Penso sia un servizio degno di un paese civile. Che pensa alle famiglie. Che offre opportunità e soluzioni.
E forse ho anche un legame in qualche modo affettivo, con questo tipo di iniziative. Perché quando mio padre, già separato e divorziato da mia madre da anni, viveva in Sud America, io prendevo un paio di aerei da sola per raggiungerlo. Accompagnata, coccolata, viziata, upgradata e sempre seguita da hostess & co dall’inizio alla fine. Ora, non so se di questo io, come madre, sarei capace. Di lasciare la mia pupa 6enne e riaverne notizie dopo una decina di ore in un altro continente (che quando ero piccola io non c’erano i cellulari, e neanche Internet per controllare lo stato del volo. Me vecchia!). Ma mia mamma è olandese, un’altra pasta. Però posso immaginare di poter mettere su un treno no-stop una Gnometta 7enne per quelle due ore di tempo che ci vorranno allora per raggiungere la Capitale. E mi piace, l’idea. Di quei miei viaggi ricordo il ripetere a memoria numeri e indirizzi nel caso mi perdessi, lo sguardo perplesso alle cabine telefoniche consapevole che la mia altezza non mi avrebbe permesso di raggiungere la cornetta, ma ricordo anche gli album da colorare, i giri nella cabina di pilotaggio, le poltrone della prima classe in cui immancabilmente venivo spostata, e la sensazione di essere grande.
A volte la capacità di autonomia nasce da piccole o grandi forzature, create da circostanze che non si possono modificare. Dei genitori divorziati, per esempio, o dei nonni lontani. Che costringono i genitori a mollare un po’ le redini, sempre in sicurezza, lasciando sbocciare nei bimbi quella impagabile e insostituibile sensazione di potercela fare, anche da soli. Di sapersi muovere nel mondo, anche da soli. Soprattutto se i primi passi in questo senso vengono fatti in maniera guidata e tutelata, senza pericoli. Perché così poi, quando soli si sarà davvero, farà un po’ meno paura.





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