Che a Milano c'è questa usanza, non so se è comune anche alle altre città italiane. Ad un certo punto, qualche giorno prima delle iscrizioni ufficiali, le scuole materne, o come si dice adesso scuole dell'infanzia che poi devo ancora capire perchè materna non va più bene, aprono le porte alle mamme dei futuri alunni. Così vedi, giudichi e decidi quale asilo mettere in graduatoria e a che posto. Ne puoi mettere 4. Che 4 asili comodi non ci sono neanche a piangere, almeno uno è raggiungibile solo in macchina, su un piede solo o passando dal via.
Comunque, da brava mamma in ansia da cambiamento sono andata a farmi il mio giro. Le prime due strutture che ho visto mi hanno abbastanza rincuorata. Strutture vecchiotte, quell'inconfondibile atmosfera da scuola pubblica, i soldi son pochi ma facciamo tutto quello che è in nostro potere, quelle maestre dall'aria di maestra che sono maestre da milioni di vite precedenti, quei banchi che ti accompagnano per 13 anni un pò consumati un pò belli. Insomma non l'asilo da 1000 euro al mese più bello di casa, con corsi all'avanguardia e ogni angolo perfetto, ma dei posti in cui hai l'idea che tua figlia possa crescere e fare delle belle esperienze, divertirsi e imparare.
Poi purtroppo con la storia dei 4 asili da inserire sono andata a vederne altri due.
Ecco.
Ne sono uscita provata. Dispiaciuta. Preoccupata per noi, per loro, per il futuro. Dei posti abbandonati a loro stessi, giardini senza erba, maestre senza speranza, giochi sbiaditi, macchine intorno, spazi risicati in cui mangi-dormi-giochi nella stessa stanza. Saloni in cui non si può correre. Parchetti che siccome c'è fango anche no. Recite che non si possono fare perchè non ci sono le vie di fuga e i genitori sarebbero troppi.
Insomma va bene, la materna è la materna, non voglio farne un dramma. E il 50% di soddisfazione è già un lusso, mi rendo conto.
Ma proprio dispiace, che in questo Paese le strutture materiali e immateriali per i bimbi non siano più neanche una priorità. Dispiace che risorse umane e non vengano sprecate e usurate e sfiancate e sottopagate. Dispiace che il prezzo lo paghino dei bimbi, e delle famiglie che hanno avuto quell'ottimistica incoscienza di mettere al mondo delle nuove vite.
Se ti può consolare noi siamo andati all'open day del nido. Quando Guu era ancora in pancia. Perchè di nido pubblico, qui in provincia, ce n'è uno solo. E allora ti devi mettere in lista d'attesa. E prima lo fai, più punti prendi per la graduatoria.
RispondiEliminaPoi il piccolo nasce, tu vai a parlare con il datore di lavoro e scopri che i tuoi futuri orari di lavoro sono incompatibili con il nido. E allora ti cerchi una tata. E ti chiedi, cosa cribbio ci sono andata a fare a vedere il nido se tanto della mia vita di adulto decide qualcun'altro? E a cascata adatto la vita di mio figlio?
E vero, è demoralizzante vedere come non si investa più su certe strutture che invece dovrebbero essere la base della società. Ritengo che, almeno per ora, mio figlio sia stato fortunaato ad incontrare maestre che,dove non arrivano i soldi, sopperiscono con la passione. Ma non è giusto contare sempre su questo.
RispondiEliminaCiao a tutti... qui si parla di Open Day e voglio segnalarne uno che si tiene in un bosco fantastico, nel Parco Naturale Selva Reale. E' un posto fantastico situato nel cuore del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. Nel Parco di Selva Reale organizziamo tantissime attività per grandi e piccoli. Sabato 3 marzo organizziamo Una giornata di Studio nel Bosco: un'esperta in didattica ambientale mostrerà diversi laboratori e variegate attività di educazione ambientale e motoria che le docenti possono riproporre in classe.. un vero e proprio laboratorio a cielo aperto... Tutte le informazioni su www.selvareale.it
RispondiEliminaGrazie mille