Mi prudono le
mani.
Voglio scrivere da giorni, da settimane, ma è sempre una corsa, e la fine della
corsa è ritagliare momenti esclusivi per me, per Lui, per le Gnome, per noi
quattro. Mentre penso a parole e frasi, di fatto mi addormento stremata, che le
energie, quando finiscono, finiscono proprio.
Ma oggi è il 31
luglio. Le ferie sono già in circolo tipo endorfina nella mente, sprigionate da
una serie di vestiti e magliette piegati sul letto, pronti a stropicciarsi in
valigia (no, non sono brava a fare le valigie).
Tra poco ho la ceretta, poi una pizza, un film, un sogno, poi un treno e torno da loro.
In questa pre-estate in cui ho imparato a lasciarle con i nonni, a godermi il tempo senza di loro e solo con Lui, riscoprendo noi e dei ritmi da fidanzati, leggeri come l’aria, imparato a godermi il rientro, in questa pre-estate in cui mi sono fidata e in cui le vedo crescere ad una velocità che definirei illegale.
Tra poco ho la ceretta, poi una pizza, un film, un sogno, poi un treno e torno da loro.
In questa pre-estate in cui ho imparato a lasciarle con i nonni, a godermi il tempo senza di loro e solo con Lui, riscoprendo noi e dei ritmi da fidanzati, leggeri come l’aria, imparato a godermi il rientro, in questa pre-estate in cui mi sono fidata e in cui le vedo crescere ad una velocità che definirei illegale.
In questa
pre-estate che ferve di progetti e preparativi. Di bisogno di ordine e di
programmi inaspettati. Di pensieri e letture. Di aspettative e riflessioni. Di
tanto lavoro e tanti spostamenti. La prima estate senza mamma, che senza poi
non è vero, c’è sempre.
Oggi è il 31 luglio e i buoni propositi non hanno bisogno di aspettare il 1 settembre per essere efficaci, spero.
Quindi niente, sono qui.
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