Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

1/07/2013

Il giorno del rientro

Oggi è il giorno del rientro. Il giorno in cui punti di nuovo la sveglia, in cui devi convincere la Gnoma a fare tutta la colazione perché a scuola non fanno le merende quando viene fame, convincere te stessa che le ore in ufficio non ti frulleranno e C. che sarà tutto facile nonostante nebbia, traffico e orari da rispettare. Il giorno in cui la bruciatura che ti sei fatta cucinando i biscotti stride col maglioncino nuovo che ti sei messa per darti un tono. Il giorno in cui ti trucchi, ti metti le lenti a contatto, ti ricordi come funziona la metropolitana e dove avevi messo il badge. Un po' come a settembre, solo che invece del profumo di quaderni intonsi hai il crepitio di un'agenda nuova.
Il giorno in cui ti chiedi quanto manca alle prossime vacanze, in cui rifletti su cosa abbia senso in questa rincorsa tra doveri, piaceri, soddisfazioni, sensi di colpa, corse, contrattazioni e compromessi. A cosa faresti se non dovessi pensare ai soldi. Il giorno in cui hai paura a domandarti come farai dopo, quando le Gnome saranno in due e gli incastri da fare così complicati che neanche una partita a shangai. Il giorno in cui sei ancora tutta intrisa di vita casalinga, di riordini, di piatti prelibati cucinati con cura, di giochi con le tempere e di travestimenti da principessa, il giorno in cui rimetterti l’abito di quella che lavora ti costa un po’ più fatica del solito. Il giorno in cui i confini sono labili, e tu vorresti non dover scegliere così tanto, così drasticamente. Il giorno in cui maternità, professionalità, femminilità, intelligenza e amore si mischiano e si bilanciano, per un attimo, senza cannibalizzarsi uno con l’altra.
Durerà poco, questo è certo: probabilmente già alle 17 di oggi scalpiterò dalla voglia di tornare a casa, correndo, dopo aver rimesso in funzione a dovere tutti i neuroncini professionali. Ma ora, con il mio bagaglio di due settimane di relax e famiglia e dedizione, mi godo questa manciata di ore in cui tornare in ufficio e lavorare e scrivere e discutere sembra normale e compatibile con mammitudine e panzitudine.

E proprio parlando di maternità, oggi ho visto questo video che è in realtà la pubblicità della Fiat500… devo ancora capire se mi piace o no, se è un ennesimo mattoncino nella costruzione dello stereotipo della donna-mamma sclerata che rinuncia a sé stessa perché divorata dai figli (che giuro io le conosco, le donne-mamme che hanno tre figli e lavorano e hanno una vita da adulte, anche!), o solo una (facile?) ironia su quei momenti di buio che ogni mamma attraversa – moltiplicandoli credo esponenzialmente per il numero di figli. Però mi piace l’idea che un brand decida di fare pubblicità così, senza dover elencare i pregi del prodotto ma scegliendo un mondo e trasformandolo in un punto di vista originale.

1 commento:

  1. geniale il video e...beh..sul rientro condivido molto, quasi tutto, soprattutto l'alternanza di benessere/aspettative la mattina quando ti svegli alle prese con il rientro in ufficio e la malinconia delle cinque quando il piccolo/la piccola escono dall'asilo e a prenderli non ci siamo noi.
    baci e una carezza alla pancia

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