“No no no. Così no è bello”. Questa è la frase-mantra più recente della Gnoma, che dopo due giorni casalinghi causa catarro in ogni dove, ieri pomeriggio era nervosa&frignona, l’accoppiata terribile. E se non fai quello che vuole, lei sgrana gli occhi azzurro cielo, sporge il labbrino inferiore e si acciglia dicendoti: “No no no. Così no è bello”.
E allora lo dico anche io. “No no no. Così no è bello”. Il lunedì no è bello. L’ufficio incarognito no è bello. L’ennesima congiuntivite e un oculista che ti chiede centonovanta euro no è bello. Gli ormoni impazziti e la fame atavica no è bello. I giochetti da asilo per farsi belle davanti ai boss no è bello. Il buco nel muro di casa tua per una perdita nei tubi condominiali no è bello. I tuoi vicini di casa che sembrano interessati solo a farsi la guerra tra di loro invece di provare a creare una comunità, una rete, un ambiente sereno almeno dal portone in poi (cioè la cosa che più manca a Milano) no è bello.
Non ho ancora trovato la soluzione per invertire il mood, ma nel frattempo mi consolo con un cappuccino. Che solo a vederlo e sentirne il profumo, vicino a dei bei fiori colorati, mi si rasserena la fronte.
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