Giorni in cui ti dimeni come un’anguilla sul bancone del mercato. Giorni in cui pensi di non avere tanto tempo, di dover prendere decisioni, dare svolte o impronte più decise, in cui senti di avere tra le mani qualcosa di speciale che potrebbe scivolar via se non ti ci dedichi con un po’ di ardore. Quei giorni in cui la tensione tra ciò che sei e ciò che vorresti essere è un baratro di dubbi e di altalene tra il si e il no con momenti di lunghi forse.
E in uno di questi giorni di ansietta serpeggiante un’Amica particolarmente saggia ti scrive che le porticine che vedi da lontano e che ti attirano come sirene tra le onde in tempesta sono importanti ma non necessariamente dilanianti, perché “potrebbero anche rimanere tali per sempre. Servono in momenti come questi. (..).Questa è una porta e va coltivata, alimentata e amata. Poi chissà”.*
C’è che ha proprio ragione.
E c’è che forse questa è la stagione del coltivare. Poi chissà.
E c’è che forse questa è la stagione del coltivare. Poi chissà.
*thanks U.!
Grazie a te tesoro! E se sono riuscita a farti scrivere un altro post... Beh ho già fatto giornata! Un Abbraccio forte da vicino U.
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