Adoro il fervore dei preparativi, l’emozione di chi crede, il livore di chi ci credeva e non ci crede più, e l’indifferenza forzata di chi non ci crede davvero ma un po’ viene contagiato e non vorrebbe. Adoro le luci che riscaldano il buio dell’inverno padano, la nebbiolina intorno; adoro il profumo di castagne e mandarini, i mille sacchetti che cominciano a ingombrare la metropolitana già stipata. Adoro i negozi tirati a lucido, il brusio delle strade piede, adoro un po’ meno il traffico impazzito e un po’ di più rientrare in casa e trovare albero, ghirlande, babbinatali sparsi.
Tutto questo da sempre.
Ma quest’anno, il primo in cui la Gnoma partecipa davvero, sono emozionata e sognante come non mai. Voglio regalarle intatta tutta la magia, la sorpresa, la gioia e la fiducia di credere in un mondo in cui se sei buona ricevi esattamente quello che desideri. Un mondo in cui le persone si vogliono bene e si stringono vicine solo per il gusto di condividere un sorriso. Un mondo in cui quello in cui credi è quello che conta, dove realtà e sogno si confondono, si contaminano e si somigliano. Insomma un mondo dove il Natale ha un senso.
E allora voglio che le arrivino pochi doni, ma pensati e significativi. Voglio portarla sulle giostre, nei parchi addobbati, nei mercatini con i waffles e le campanelle (e l’odore del vin brulè!). Voglio addobbare con lei la casa, insegnarle l’impazienza del calendario dell’Avvento e la sottile gioia dell’attesa. Voglio crearle dei riti, voglio che rimangano intatti negli anni, voglio che un giorno lontano se ne stufi e che un giorno più lontano ancora abbia voglia di ricrearli. Voglio passarle quello che ho ricevuto più tutto quello che ho sognato.
E allora buon duedicembre a tutti!
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