Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

11/21/2011

Due anni, miei e suoi

Mi capita di guardarla, la Gnoma duenne, e di chiedermi com’ero io, alla sua età.
A due anni, il mondo mi era già cambiato intorno, e vivevo con mia mamma a Roma, e mio papà all’estero, per lavoro, con la sua nuova compagna, che poi sarà la mia seconda mamma, la donna che gli sta accanto da 31 anni.
E allora guardo lei, la Gnometta, che ormai capisce tutto, si ricorda, chiede, interroga e pretende, e mi chiedo cosa domandavo io, allora. Se e come chiedevo di mio papà, se e come dimostravo tristezza, o rabbia, o paura.
Non sono pensieri tristi, né lamentosi, né rabbiosi o recriminatori – vorrei solo potermi vedere, bimba, allora, e magari potermi abbracciare un po’ con la sicurezza di chi sa che andrà tutto bene. Ché dubito che mia mamma, in quel periodo, ce l’avesse, quella sicurezza.
D’altra parte mi riempie di orgoglio sapere che io sto offrendo alla Gnoma qualcosa che non ho avuto, quella stabilità e quella sicurezza che io, a due anni, già non avevo. Non che questo la protegga da qualcosa, certo, lo so – ma probabilmente è nel dna delle neomamme cercare di compensare le proprie mancanze di bimbe, con i propri figli. Perché per quanto io sia contenta del mio percorso e di quella che sono oggi, mi piacerebbe tappare qualche buco, chiudere qualche cerchio, e far provare alla Gnoma quello che io per anni ho sognato e invidiato. Almeno lei potrà passare ad altre mancanze, ad altri errori. Che ci sono sempre, ma almeno li variamo un po’, tanto per non annoiarci.

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