Cappuccio e Cornetto

Cappuccio e Cornetto

1/29/2013

Padre e Figlio


E penso a questi due uomini, padre e figlio. Così diversi e così pieni di somiglianze.
Uno sessantacinque, l'altro novantacinque anni. Uno che deve dare all'altro una notizia bruttissima, violenta, straziante. Di quelle che ti spezzano il cuore, soprattutto se è un cuore quasi centenario. Mi immagino i loro occhi umidi, il loro contegno da maschi che non possono mollare del tutto le redini della razionalità. La loro vicinanza, il senso di protezione reciproca, uno perché è figlio e vede il padre anziano, l'altro perché è il padre e vorrebbe proteggere il figlio e anche se stesso da certe cose.
Si sono parlati, e sono usciti a fare una passeggiata. Li vedo camminare, da dietro, un po' curvi, a braccetto, nella luce di una fredda sera di un inverno romano. Parole, respiri, silenzi. Discorsi sul passato, ipotesi sul futuro. Loro due, padre e figlio come non lo sono stati mai fino ad ora. Loro due, vittime e protagonisti di una storia non loro ma che fa parte di loro. Di cui ora pagano conseguenze e prezzi altissimi. Proprio loro che avevano fatto di tutto per evitarle, quelle conseguenze: anche le strade più dure, quelle più difficili da prendere, quelle che ti portano lontano. Ma non è stato abbastanza. Non per lei, che non c'è più, non per loro, che tra un passo e l'altro si ritrovano con i cocci in mano senza sapere cosa farne.  Un equilibrio mai trovato e ora perso, definitivamente.
Quegli uomini sono anche circondati da molto amore, per fortuna, e questo li aiuterà probabilmente a convivere con questi pesi così cattivi e spietati. Ma anche questa passeggiata, li aiuterà. Quelle parole che sono un codice loro, quello che si sono detti e quello che si sono taciuti sapendo di farlo.
Quel non essere soli, almeno, che adesso è un'ancora preziosa a cui aggrapparsi per non farsi trascinar via da pensieri, congetture, sensi di colpa, ricordi e accuse.



1/28/2013

Il venerdì utile, puntata 2 (anche se non è venerdì)

Ok, appena iniziato sono già in ritardo. Ma l'ultimo venerdì è stato davvero un giorno da dimenticare, quindi rimandare è stata una scelta di sopravvivenza, non una pigrizia.
Però eccomi qua!

La App di questa settimana è Dropbox. Non so se capita anche a voi, ma un'annosa questione a casa nostra, regno di smartphone etc, è la condivisione delle foto. Che uno fa delle foto bellissime, splendide, perfette, e poi rimangono a vegetare negli anfratti di una memory card, scovati ogni tanto scorrendo un "rullino foto", e niente di più. Che di solito poi la foto che più vorresti, l'unica che in certe giornate potrebbe tirarti su di morale, non è sul tuo, di telefono, ma sull'altro. E tu, come si dice a Roma, rosichi.
Dopo lunghi ed estenuanti tentativi, C. mi ha convinta ad usare Dropbox. Alla fine è un'App semplicissima, una specie di cartella condivisa ma protetta in cui potete reciprocamente salvare le immagini e scaricarle poi sul vostro telefono, velocissimi e senza mal di testa. Avevo paura di ritrovarmi in una di quelle robe complicate che ti fa passar la voglia di avere un telefono, e invece è veramente facile, ed efficace.
Ora quindi abbiamo più o meno le foto che vogliamo, ognuno a portata di mano, e anche un sistema di backup un po' più affidabile del mio, che funziona più o meno così: scarico tutto un paio di volte l'anno, se mi ricordo.





Momenti. Di blog e di famiglia

E' lunedì, nevica, ho la tosse, sono stanca.
Quindi abbiate pazienza.
Venerdì volevo scrivere un post sulla nuova veste grafica del blog, che grazie a Natalie di La Designerie (persona di una gentilezza e disponibilità rara), è diventato pulito, ordinato, curato. Volevo scrivere che sono ancora indecisa su qualche aspetto - tipo il logo, quale usare, questo o quello grande, e dove posizionarlo: in alto? A destra? - ma che intanto avevo voglia di tornare a scrivere, in ogni caso, a riappropriarmi di questo mio spazio.
E poi è successa una cosa che non doveva succedere. E' arrivata una chiamata che non avrei voluto ricevere, che non mi aspettavo - che nessuno si aspettava. D'altra parte quando viene a mancare qualcuno nessuno se l'aspetta, neanche quando è malato - figuriamoci se non lo era. Non ho voglia di parlare di questo, però - non nei dettagli, non così. Anche una come me che parlerebbe di tutto, su questo preferisce il silenzio, per proteggere sé stessa, la Gnoma e la MiniGnoma, per proteggere le persone coinvolte, soprattutto quella che non può più proteggersi.
E così abbiate pazienza, se non riesco a festeggiare come avrei voluto questo nuovo abito del blog, che insieme al logo, regalo di C. e creazione di Viviana, di Pablicando, bravissima grafica, bravissima mamma e donna in gamba, voleva essere un qualcosa di bello, di allegro, di promettente.
Abbiate pazienza, se per qualche giorno scriverò cose strane, poco comprensibili. Ma ho bisogno di sfogarmi, e lo farò (anche) qui.







1/21/2013

Occuparmi di Noi

A volte serve un contrattempo per scoprire che quello che racconti come un incubo in realtà nasconde risvolti piacevoli, rassicuranti.

Per esempio, settimana scorsa SantaTata era malata. Lei non solo recupera la Gnoma da scuola ad orari decenti, ma ci aiuta anche in casa. La sua assenza quindi è una specie di scossa di terremoto che scombina organizzazioni e abitudini. Ma mi ha aiutato a riflettere su cosa vuol dire per me, oggi, occuparmi di casa. Di Noi.
Perché mi sono vista dall’esterno, questa donna di quasi 35 anni (…) che cambia la carta igienica quando finisce, che fa trovare lenzuola e asciugamani puliti, che compra il latte fresco. Niente di che, siamo d’accordo. Ma sono cose che quando tu sei piccola pensi che debbano accadere per qualche legge metafisica, che non possa essere altrimenti, che ci sarà sempre qualcuno, grande, ad occuparsene. Che quando sei ggggiovane fai apposta a dimenticare, per sentirti libera e autonoma. E che quando diventi compagna, o moglie, e poi soprattutto mamma, diventano un misto tra piacere, accudimento, normale routine, incombenza. 

E non so perché ma mi dà un piacere tutto particolare e molto intenso "adempiere" a queste piccole cose, oggi. Probabilmente si tratta solo di uno dei tanti aspetti del diventare adulto. Categoria che in sé non vuol dire niente, se non la riempi tu di significati, e obiettivi. E devo dire che questo aspetto dell'adultitudine, che ha a che fare con l’accudimento e con la cura di Noi come Famiglia, mi fa sentire al mio posto, e mi dà la sensazione che con queste piccole attenzioni, con gesti quotidiani, sapori di cibi buoni, abitudini banali ma coltivate con amore, posso creare intorno alla Gnoma (e alla MiniGnoma!!) quel mondo speciale che rende l'infanzia un giardino protetto, in cui poter mettere radici per poi sbocciare. In cui poter credere con fiducia cieca che i grandi si occupano di te, e di quello che ti serve, mentre tu cresci perché vuoi diventare ballerina, pesce, dottore, cuoca, pinguina e/o  parrucchiera. 
Perché questa è la speranza, e l'intento: dar loro lo spazio e la forza e la fantasia per essere quello che vorranno.

1/18/2013

Il venerdì utile

Ci sono piccole cose che ti semplificano la vita. Lasciano spazio nella testa ad altro, che sia lavoro, lista della spesa, sogni, gossip o riflessioni filosofiche. In fondo è a questo che dovrebbe servire la tecnologia giusto? Dovrebbe essere un supporto, un braccio in più, la sveglia che ti ricorda quello che non devi dimenticare (quindi Ruzzle non rientra propriamente nella tecnologia visto che il suo compito è esattamente l'opposto: distrarti, farti perdere la fermata della metro o bruciare la cena).
Siccome la mia vita al momento poggia su diversi supporti esterni, anche tecnologici, che suppliscono alla testa tra le nuvole tipica delle Panzone, sommata alla già triennale perdita di neuroni (ché secondo me col parto una parte di cervello viene biologicamente destinata ad uso esclusivo del pupo), insomma siccome di fatto sono stordita e sono sempre alla ricerca di aiuti per non perdermi i pezzi, ho deciso di condividere qui le minuzie che in qualche modo mi aiutano a mantenere un livello decente di professionalità, puntualità, e decoro mammesco. Proverò a farlo una volta a settimana, diciamo il venerdì – e ovviamente lo farò solo grazie ad un promemoria sul cellulare che me lo ricorderà!

Inizio con una App che mi ha stupito e sorpreso, perché di fatto è molto semplice come idea ma in effetti mi aiuta parecchio e in qualche modo aiuta la Gnoma, visto che le evito una mitraglietta di domande per lei senza senso. La App si chiama Menu Scuole, e ti dà il menù del giorno (e delle varie settimane) della scuola dei tuoi figli, dal nido al liceo – ovviamente se pubblico!; funziona solo per alcune città, Milano tra queste. Non è una roba da perdere i sensi perché, almeno a Milano, il menù è anche on line sul sito di Milano Ristorazione e c’è anche un pdf scaricabile che da noi campeggia anche sul frigo, ma vuoi mettere andare al supermercato in pausa pranzo e poter controllare cosa sta mangiando la Gnoma per evitare di darle uova a pranzo e cena, per esempio? O sapere già in anticipo che non ha mangiato verdura perché la verza in insalata è troppo persino per lei? O non dover costringere i suoceri a chiedere alle maestre il menù, che già devono combattere con gli altri nonni per un posto sulla panchetta dove cambiarle le scarpe?? Insomma come dicevo prima non si tratta della scoperta del secolo, ma vi assicuro che è un piccolo sollievo, per la mia testa sempre troppo piena (quindi sempre un po’ vuota).

A venerdì prossimo allora.. se mi ricordo di mettere il promemoria! 
E se avete cose da segnalare.. scrivetemi!

Buon weekend!

1/17/2013

Gnoma, versione .3

La Gnoma, nella sua versione 3enne, presenta aggiornamenti interessanti e spesso irresistibili, rispetto alle sue edizioni precedenti.
Devo dire che la miglioria più eclatante e rigenerante riguarda il sonno. Che me l’avevano detto in molti che dopo i 3 anni iniziano a dormire. Che la scuola materna aiuta. E io pensavo: va beh ma non è detto. E la materna poi che c’entra? Mica fa miracoli. E invece. A scuola li stancano come degli alpini con attività di ogni genere, motorie intellettuali creative sociali ecc. Li nutrono con sostanze di vario tipo compresi budini al cioccolato (che ok è ecosolidale ma che mossa scorretta! Pizza e budino, per forza son contenti!!), e poi li fanno dormire, a quelli del primo anno. Si, dormono. Ma non più di un’ora, un’ora e un quarto. In un sacco a pelo, in semiluce, con i grandi che giocano proprio fuori dalla porta. E quindi tu al pomeriggio ti ritrovi questa bimbetta di un metro e due bruscolini, con la faccetta stanca e le occhiaiette simili alle tue, che dopo tre giochi, un cartone, una cena e un bagnetto incomincia a sbadigliare, stropicciarsi, intenerirsi tutta, per poi trascinarsi e trascinarti nel letto per una favola e finalmente crollare. Dormire. Anche tutta la notte. Intera. Senza fiatare.
Stanotte per dire mi sono svegliata a far la pipì – thanks Panza, per l’allenamento preparatorio all’addio al sonno appena riconquistato – e mi sembrava così strano. Nessuno mi aveva chiamata, reclamata, neanche per bere. Neanche per farmi vedere che ha bevuto da sola, unico risultato ottenuto fino ad oggi con la bottiglietta vicino a lei sul comodino per cercare di non farmi svegliare dalla sua sete.
E si, è bellissimo dormire. Riposarsi. E si, finirà prestissimo, circa tra quattro mesi. Ma almeno stavolta lo so per certo, che prima o poi nella mia vita tornerò a godermi notti di sonno filato, come fosse una cosa normale.
Nella sua versione .3 inoltre, la Gnoma presenta una notevole dose di simpatia e umorismo, accompagnata da una sfacciatissima fortuna al gioco Uno, che mi priva del dubbio se lasciarla vincere o no perché tanto vince sempre lo stesso. D’altro canto ha una capacità degna di premi internazionali di improvvisare dal nulla capricci e pianti strazianti. Con quella intensità di lacrime e occhi da cerbiatta e frasi strappalacrime (tipo “mi hai spezzato il cuole. Si è ploplio lotto e non si aggiusta”) tarati esattamente per minare il mio nervo e la mia psiche. Ha una straordinaria propensione per i cartoni animati che ci ha portati ad inaugurare una nuova, splendida stagione sociale: al cinema con la Gnoma. Bellissimo, devo dire, emozionante anche per noi: la metropolitana, la ressa del centro il sabato pomeriggio, i pop corn e le caramelle, le poltrone che hanno anche rialzini e cuscini per i bambini, mica i cappotti ripiegati e stropicciati per sempre come quando ero piccola io. Il suo stupore, la sua bravura, la sua scoperta.
La versione .3 si caratterizza per autonomie sempre più evidenti, senza aver ancora perso quel profumo di cicciottina, quel calore nell’incavo del collo che mi rilassa più di qualsiasi altra cosa al mondo, quello sguardo pieno e pulito che ha cambiato il mio modo di vivere e pensare e amare.
La versione .3 presenta come effetti collaterali una disdicevole dipendenza da parte dei genitori, che se la godono appena possibile, un divertimento che era insospettabile nella versione .0 e quello stupefacente fenomeno per cui ogni giorno che passa pensi che riesci a volerle sempre più bene, e che sai che questa crescita esponenziale non si fermerà più.




1/16/2013

Ora torno!

Tutto bene eh? E’ solo che il rientro, a gennaio, praticamente coincide con la Settimana della Moda Uomo, a Milano. Di fatto, un aspirapolvere impazzito che mi risucchia per un po’, risputandomi con occhiaie e sonno cronico dopo riunioni infinite con personaggi internazionalmente bizzarri. Se poi aggiungi che proprio in questi giorni la Santa Tata si ammala e ti presenta un certificato per dieci dico dieci giorni, allora capisci che sono settimane complicate. E scrivere è un miraggio, quanto leggere, riflettere, organizzare, avere relazioni sociali e/o familiari. Ma insomma ne stiamo uscendo. Insomma arrivo. Torno. Ci sono. Ci siamo, anzi, visto che Panza ormai la fa da padrona!


la Panza, qualche giorno fa

1/07/2013

Il giorno del rientro

Oggi è il giorno del rientro. Il giorno in cui punti di nuovo la sveglia, in cui devi convincere la Gnoma a fare tutta la colazione perché a scuola non fanno le merende quando viene fame, convincere te stessa che le ore in ufficio non ti frulleranno e C. che sarà tutto facile nonostante nebbia, traffico e orari da rispettare. Il giorno in cui la bruciatura che ti sei fatta cucinando i biscotti stride col maglioncino nuovo che ti sei messa per darti un tono. Il giorno in cui ti trucchi, ti metti le lenti a contatto, ti ricordi come funziona la metropolitana e dove avevi messo il badge. Un po' come a settembre, solo che invece del profumo di quaderni intonsi hai il crepitio di un'agenda nuova.
Il giorno in cui ti chiedi quanto manca alle prossime vacanze, in cui rifletti su cosa abbia senso in questa rincorsa tra doveri, piaceri, soddisfazioni, sensi di colpa, corse, contrattazioni e compromessi. A cosa faresti se non dovessi pensare ai soldi. Il giorno in cui hai paura a domandarti come farai dopo, quando le Gnome saranno in due e gli incastri da fare così complicati che neanche una partita a shangai. Il giorno in cui sei ancora tutta intrisa di vita casalinga, di riordini, di piatti prelibati cucinati con cura, di giochi con le tempere e di travestimenti da principessa, il giorno in cui rimetterti l’abito di quella che lavora ti costa un po’ più fatica del solito. Il giorno in cui i confini sono labili, e tu vorresti non dover scegliere così tanto, così drasticamente. Il giorno in cui maternità, professionalità, femminilità, intelligenza e amore si mischiano e si bilanciano, per un attimo, senza cannibalizzarsi uno con l’altra.
Durerà poco, questo è certo: probabilmente già alle 17 di oggi scalpiterò dalla voglia di tornare a casa, correndo, dopo aver rimesso in funzione a dovere tutti i neuroncini professionali. Ma ora, con il mio bagaglio di due settimane di relax e famiglia e dedizione, mi godo questa manciata di ore in cui tornare in ufficio e lavorare e scrivere e discutere sembra normale e compatibile con mammitudine e panzitudine.

E proprio parlando di maternità, oggi ho visto questo video che è in realtà la pubblicità della Fiat500… devo ancora capire se mi piace o no, se è un ennesimo mattoncino nella costruzione dello stereotipo della donna-mamma sclerata che rinuncia a sé stessa perché divorata dai figli (che giuro io le conosco, le donne-mamme che hanno tre figli e lavorano e hanno una vita da adulte, anche!), o solo una (facile?) ironia su quei momenti di buio che ogni mamma attraversa – moltiplicandoli credo esponenzialmente per il numero di figli. Però mi piace l’idea che un brand decida di fare pubblicità così, senza dover elencare i pregi del prodotto ma scegliendo un mondo e trasformandolo in un punto di vista originale.

1/02/2013

Anno nuovo, Logo nuovo!

Con il 2013 rieccoci qui, a casa nostra, tra luci e profumo di brodo, io Lui la Gnoma e la Panza.
E' stato un bel Natale, veloce e intenso, con un giro romano come da tradizione, e un rientro milanese che avevamo voglia di starcene così: noi tre, nei nostri spazi, in vacanza, a fare quello che ci piace quando ci piace come ci piace. E per ora ci sta venendo abbastanza bene, nonostante i nervosismi che neanche le ferie a volte riescono a estirpare ma che per fortuna e per volontà durano pochi istanti.
Di queste vacanze ricorderò la Gnoma e le sue chiacchiere, le sue canzoni inventate, i suoi ti voglio bene e i sei bellissima appena apre gli occhi, ricorderò la Panza esplosa e i primi calcetti di MiniGnoma, e la mia ansia di metter su troppo peso. Ricorderò la fissa di Lui per una serie televisiva e l'impagabile soddisfazione di averlo stupito con il mio regalo. Ricorderò la permalosità dei miei perchè vogliono stare di più con la Gnoma, possibilmente senza di noi. Ricorderò il freddo di Milano, la mia tosse persistente, e il sole di Roma con il suo cielo azzurro. Ricorderò i miei nonni, sempre più vecchietti, che ogni volta li vedo un pò più fragili. Ricorderò i buoni propositi sussurrati nella mia testa e nel mio cuore, che a volte un sussurro fa più effetto di una dichiarazione. Ricorderò un Capodanno intimo e protetto, noi tre sereni e felici, eleganti, con una cena golosa, mille partite a Uno e un brindisi io e Lui, alla finestra, con dei fuochi artificiali che sembravano fatti apposta per noi.
E poi ricorderò il regalo di Lui. Un regalo che è molto più di questo, che vuol dire sostegno e fiducia, pensieri e stima, che è una promessa, uno stimolo, un atto di amore e un impegno nel senso più bello e leggero: mi ha regalato il logo nuovo, per questo blog.
Quindi un ennesimo grazie a Lui, per questo; a Voi, per passare di qui; alla mia Vita, perchè è quello di cui scrivo, e buon Anno!

Aspettando Babbo & Renne
il regalo per la Gnoma!
... #love...
si parte!
piazza Navona
piazza Navona
il panettone per i nonni..
il cielo di Roma
la notte di Roma
Gnoma in viola: vestito e maglietta NameIt, calze H&M
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